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Report #1

Gli ostacoli
al Cambiamento

Gli ostacoli
al Cambiamento

Come le aziende immaginano e costruiscono il futuro dell’Europa

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Mario Draghi a Settembre 2024 presenta “The Future of European Competitiveness”. Il report individua le sfide e le trasformazioni strutturali davanti alle quali si trova l’Europa e propone una strategia per renderla più competitiva, autonoma e a prova di futuro.

Media e politica si sono dimenticati del rapporto ma le aziende non possono permetterselo. Per questo abbiamo effettuato un’indagine per raccogliere opinioni dalle aziende su vari assunti fondamentali per il futuro economico e produttivo dell’Europa, proprio a partire dal report Draghi.

CHI HA PARTECIPATO ALL’INDAGINE?

Per indagare la visione e il livello di fiducia delle aziende sul rapporto Draghi abbiamo intervistato 18 CEO e C-Level, tra start-up e grandi aziende. Dal risultato emergono sia entusiasmo per il cambiamento che preoccupazioni operative e culturali.

QUALI SONO LE PRIORITÀ DEI LEADER?

Abbiamo chiesto ai decision maker aziendali quali dovrebbero essere le priorità per il rilancio della competitività europea. Le risposte indicano chiaramente la riduzione della frammentazione regolatoria e la risposta alla carenza di competenze.

Quanto pesa la frammentazione regolatoria e finanziaria
Quanto è prioritaria l'unificazione e l'armonizzazione
Quanto pesa lo skill gap

Le aziende non fanno affidamento sulla politica

Le aziende hanno ben chiare quali siano le priorità ma non si aspettano interventi efficaci dalla politica, con l’eccezione del cosiddetto 28° regime europeo per le startup.

Fiducia nell'armonizzazione per un sistema finanziario e regolatorio più ampio
fiducia nella costruzione del 28esimo regime entro 5 anni
Fiducia e impegno nel colmare il divario delle competenze

Il dialogo continuo tra aziende e politica guida il cambiamento

Un dialogo continuo tra aziende e politica è fondamentale per guidare il cambiamento. È importante accompagnare la trasformazione anche sul piano culturale.

Cesare Neglia, Managing Director Italia – Flixbus

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Le hard skills restano centrali

Abbiamo chiesto agli intervistati di individuare dove riscontrano le maggiori lacune in termini di competenze. Nonostante i profondi cambiamenti che le nuove tecnologie continuano a portare nel mondo del lavoro, in Italia le hard skills restano il problema centrale.

Le competenze sono il motore dell’innovazione

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Le infrastrutture digitali sono inutili se non si sa come usarle. Il ritardo italiano nelle competenze digitali – dai cittadini, ai laureati STEM – è il vero freno all’innovazione.

Benedetto Levi, CEO – iliad

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Per colmare lo skills gap non bastano le regole

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Alessandro Cillario, CEO – Cubbit

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L’unione europea è in grado di portare avanti le sue battaglie

“Come società di mutuo soccorso, l’Unione Europea funziona. Nei momenti di crisi, i grandi leader si mettono intorno al tavolo e inventano delle soluzioni. Nella normalità e nella quotidianità, invece, si ritorna agli Stati nazione.“

Mario Castagna, Advocacy Manager and Chemical Strategy for Sustainability - BASF

Serve un hub di innovazione europeo?

Secondo gli intervistati, la concorrenza non è una minaccia da contenere. Quello che serve sono regole chiare e visione condivisa. Uno sforzo pubblico per la costruzione di un hub innovativo privato europeo potrebbe essere il primo passo in questa direzione.

In che misura un hub di innovazione europeo aiuterebbe le imprese del settore a superare le barriere alla crescita?
Quanto ritenete che questo hub possa avere un impatto trasformativo sul vostro settore?
Quanto trova fattibile il progetto di un hub europeo nel breve periodo (1-3 anni)?

Pensiamo il cambiamento si sviluppi lungo tre assi fondamentali, tecnologico, regolatorio e culturale; assi lungo i quali leggere e comprendere le trasformazioni in atto, definendo le sfide e le opportunità che portano con sé.

Come si colma il gap tra priorità e fiducia?

Abbiamo chiesto alle aziende quale asse ritengano centrale per abilitare il cambiamento e quale si riveli come il principale fattore di freno. Dal risultato emerge un ruolo centrale della cultura e dei media come principali abilitatori.

Principale asse motore del cambiamento e ostacolo ad esso (% di risposte)
Principale attore motore del cambiamento e ostacolo ad esso (% di risposte)

La cultura è il motore di cambiamento più sottovalutato

Il cambiamento culturale è il più lento ma anche il più impattante nel medio periodo.
È l’asse che più influisce sulla trasformazione valoriale e professionale della società.

Umberto Giolito, Chief Marketing, Digital & Sales Officer – Unisalute

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BAROMETRO DEL CAMBIAMENTO

Il barometro del cambiamento sintetizza il rapporto tra l’urgenza del cambiamento e la fiducia che le aziende ripongono in esso. Entrambe le dimensioni sono riportate come la media delle risposte degli intervistati chiamati a dare un voto da 1 a 7. Il barometro – aggiornato periodicamente – è la sintesi di tutto quello che abbiamo visto e analizzato fino ad ora e ci aiuta a capire dove si concentra lo sguardo del tessuto imprenditoriale nel medio-lungo termine.

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Le opportunità ci sono e l’UE deve saperle cogliere

Raffaele Mauro, Co-founder and General Partner – PrimoVentures

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